Dimostrare ai più giovani che una società solidale basata sul dialogo e sulla collaborazione è migliore e più ricca sia dal punto di vista umano che economico. Questo l’obiettivo del progetto “Insieme per pensare un mondo nuovo”, promosso da Auser Faenza ed Emergency, in collaborazione con la Cooperativa Zerocento, e rivolto ai ragazzi delle scuole medie dei Comuni dell’Unione della Romagna Faentina.
Grazie ai contributi del Progetto nazionale GECO2 (Giovani evoluti e consapevoli), nell’anno scolastico 2013-2014 sono stati realizzati all’interno delle classi dei laboratori della durata di quattro ore ciascuno, due ore gestite dall’Auser e due da Emergency, in cui il filo conduttore era proprio la parola “insieme”.
Alla base l’idea di promuovere un dialogo e un confronto con i ragazzi per individuare insieme, attraverso un approccio critico e consapevole, le barriere e le cause che impediscono la costruzione di una società fondata su onestà, solidarietà, rispetto e amicizia. Valori su cui si fonda l’impegno di Auser Volontariato e di Emergency che da sempre operano al fianco dei più fragili, per costruire un mondo nuovo e migliore.
Per promuovere un confronto su questi temi i partecipanti sono stati chiamati ad analizzare spot, video, foto e quotidiani che presentavano sia messaggi menzonieri e negativi (come questo spot sul gioco d’azzardo), che messaggi positivi, di cooperazione e altruismo (come questo servizio giornalistico sugli angeli del fango). Per comprendere, attraverso il dialogo e lo scambio di idee ed esperienze, che solo “insieme” si vince e che la conoscenza è lo strumento fondamentale per non farsi condizionare dal bombardamento mediatico e costruire una personalità libera e forte.
“In totale abbiamo incontrato circa 400 ragazzi e tutti hanno interagito con sincerità, intelligenza e passione – spiega Francesco Farolfi, coordinatore del laboratorio per Auser Faenza – A questo punto davvero ci si dovrebbe chiedere: ma quanto andrebbe meglio il mondo se fossimo tutti un po’ più bambini? Proprio per questo ci siamo rivolti alle nuove generazioni chiedendogli di non essere ‘attori passivi’, ma diventare protagonisti attivi nella costruzione di un mondo migliore”.