Il patrimonio immobiliare esistente, in larga parte è di proprietà degli anziani. Si tratta perlopiù di case vecchie, con più di 50 anni (il 54,9%) che se pur in buone condizioni hanno impianti vecchi, fuori norma in materia di sicurezza e con molte barriere architettoniche. La popolazione anziana è “ricca” di case, magari acquistate tante anni fa, ma povera sul piano reddituale e dunque in difficoltà ad intraprendere quegli interventi di ristrutturazione e adeguamento del proprio patrimonio in rapporto alle mutate esigenze.
E’ quanto emerge dal secondo Rapporto sulla condizione abitativa degli anziani che vivono in case di proprietà 2015 promosso da AeA- Abitare e Anziani, Auser Nazionale e Spi Cgil sui dati Istat del Censimento 2011 e presentato a Roma in un Convegno il 6 novembre.
In particolare l’indagine conferma quanto sia importante nel nostro Paese il rapporto che gli anziani hanno con la casa e denuncia gli inaccettabili ritardi della politica e delle istituzioni rispetto al progressivo e inarrestabile invecchiamento della popolazione.
“Il welfare del nostro Paese – ho sottolineato il presidente nazionale Auser Enzo Costa nelle conclusioni del Convegno – pensa poco e male agli anziani. Tutto è scaricato sulle spalle delle famiglie. Si ricorre alle badanti o ai troppo facili ricoveri nelle case di riposo. Gli anziani devono essere aiutati a restare a casa propria il più a lungo possibile. Cogliamo quest’occasione per rilanciare con forza la richiesta alla politica di una legge nazionale sull’Invecchiamento Attivo.”
Quello che emerge è quindi l’urgenza di promuovere politiche abitative di lungo respiro, programmi finalizzati all’adeguamento delle abitazioni degli anziani per eliminare le barriere architettoniche, rendere più fruibili gli spazi di vita attrezzandoli di impianti domotici e di tecnologie per dare all’anziano più autonomia di vita. Questo permetterebbe agli anziani di vivere bene nel proprio ambiente domestico il più a lungo possibile con rilevanti benefici per la spesa pubblica e il benessere sociale. Una seconda linea d’azione è quella di rafforzare quell’insieme di relazioni e servizi tanto pubblici quanto privati per garantire all’anziano tutti i necessari supporti di vicinato, per sostenerlo ed accompagnarlo nelle sue condizioni di salute e nel soddisfare i suoi bisogni sociali e culturali.
La sintesi del Rapporto è disponibile sul sito di Auser Nazionale