Mettere in contatto soggetti a rischio di marginalità e povertà attraverso coabitazioni temporanee basate sul reciproco aiuto e sulla solidarietà. È l’obiettivo del progetto “Abitare Solidale” di Auser, nato a Firenze nel 2009 e dall’autunno del 2016 presente anche a Bologna. L’idea è fare incontrare persone sole e bisognose che risiedono in case spaziose, e che sono quindi in grado di ospitare, con altre persone che si trovano momentaneamente a non avere un domicilio.
“Ci rivolgiamo ad anziani soli ma anche a persone in condizioni di fragilità temporanea, persone che avrebbero difficoltà a restare nella propria abitazione senza un aiuto”, spiega Paola Marani, coordinatrice del progetto per Auser Bologna. Per ora 13 persone si sono rese disponibili ad ospitare e 55 sono stati gli aspiranti ospiti, ma al momento le convivenze attivate, e già concluse, sono state 5. Si costruisce un vero e proprio patto abitativo tra le due persone, personalizzato di volta in volta: ad esempio chi è ospitato può contribuire alle spese per le utenze domestiche, oppure può dare una mano per la preparazione dei pasti, o per alcune pulizie della casa, oppure semplicemente fa compagnia di notte a chi per varie fragilità acquisite ha paura a restare da solo. Può succedere infatti che una qualche malattia porti a delle cronicità che fanno sentire più insicuri nella propria abitazione e nella propria autonomia, oppure anche la morte del coniuge crea delle situazioni nuove difficili da gestire.
“Abbiamo riscontrato però alcune resistenze a candidarsi come ospitanti – racconta Marani – a volte non si riesce a rispondere alle esigenze, in altri casi ci possono essere difficoltà legate alla convivenza, all’uso degli spazi comuni, alle abitudini di vita. Servono tempi lunghi per costruire una coabitazione, e un percorso di accompagnamento alla conoscenza. Per questo vogliamo far conoscere il progetto, per avere una pluralità di domanda e offerta e cercare le condizioni migliori”.
C’è inoltre un altro fattore: è difficile venire a conoscenza di chi può ospitare perché spesso sono persone che escono poco, vivono in solitudine, non si rivolgono ai servizi sociali. “Sarebbe molto importante intercettare più persone che potrebbero davvero beneficiare di un progetto di questo tipo – prosegue Marani. Ci tengo molto a chiarire questo punto: abbiamo tra gli aspiranti ospiti tante persone ancora giovani, che sarebbero una grande opportunità per chi ha difficoltà a vivere da solo. Questo progetto infatti permette di mantenere la propria domiciliarità, con l’aiuto di qualcuno, aiuta a tenere attiva la propria autonomia residua, a prevenire l’invecchiamento, a contrastare la solitudine“.
Per avvicinarsi a chi è difficile da intercettare ci sono ora nuove collaborazioni: dopo la convenzione già attiva con l’Unione Intercomunale Terre d’Acqua, è stata di recente firmata una convenzione anche con il Comune di Bologna, dove i Servizi sociali territoriali potranno contribuire a individuare le persone interessate a dare ospitalità e quelle aperte a riceverla.
Per contattare “Abitare Solidale”: piazza dell’Unità 4/2, Bologna, il mercoledì e il giovedì dalle ore 15 alle 18, tel. 0510312744, abitaresolidale@auserbologna.it.