Un accordo per permettere ai detenuti di usufruire di misure alternative, impegnandosi in attività di volontariato in favore dei cittadini più bisognosi e dell’intera collettività. E’ questo il significato del protocollo di intesa siglato il 25 novembre tra i Presidenti del Tribunale di Sorveglianza di Bologna e di Auser Volontariato Emilia Romagna Onlus.
Con questo accordo le 12 strutture territoriali di Auser presenti in tutti i territori della nostra regione si impegneranno a favorire l’accoglienza dei condannati in attività di volontariato, mettendo in atto una progettualità mirata, realizzata d’intesa con il Tribunale di Sorveglianza. In altre parole, in ogni territorio, a seconda dei progetti avviati da Auser, delle necessità del Tribunale e delle possibilità di accoglienza delle sedi Auser, verranno promossi percorsi differenti, tutti mirati ad offrire nuove opportunità di recupero sociale. A seconda delle specifiche situazioni i detenuti verranno così impegnati in attività di servizio alle persone più fragili, in particolare anziani e disabili, ma anche in servizi rivolti all’intera comunità, come ad esempio la guardiania dei parchi e dei musei.
Le strutture di Auser Volontariato, inoltre, sempre in virtù del protocollo, verranno opportunamente formate e sensibilizzate attraverso percorsi progettati assieme al Tribunale, in modo da favorire la massima accoglienza.
“Questo progetto ci sta particolarmente a cuore – sottolinea il presidente di Auser Emilia Romagna, Franco Di Giangirolamo – perché valorizza davvero la funzione sociale del volontariato, estendendo l’impegno di Auser, da sempre a fianco dei cittadini più deboli, anche all’universo del carcere e, nello stesso tempo, offrendo ai detenuti nuove possibilità di inserimento”.
“E’ un’ iniziativa importante – aggiunge il presidente del Tribunale di Sorveglianza Francesco Maisto – dal momento che non ci sono offerte esterne per il lavoro, vista la situazione di crisi economica e in previsione dell’aumento del numero dei detenuti definitivi nelle carceri di questa regione”.
Secondo i dati elaborati dalla Regione i detenuti impegnati in lavori di pubblica utilità in Emilia Romagna al 31 dicembre 2012 erano 168; un numero certamente non eclatante se messo a confronto con il totale dei detenuti nella nostra regione (si parla di quasi 4.000 presenze in carcere a fronte di circa 2.500 posti disponibili). In questo contesto il nuovo protocollo potrà dunque offrire un importante contributo al più generale processo di reinserimento sociale.