Sette associazioni imolesi (Anteas, Auser, Caritas, Croce Rossa, San Vincenzo De Paoli, Santa Caterina, Trama di terre) hanno dato vita all’associazione di secondo livello "No sprechi onlus" per far fronte al problema alimentare in modo coordinato tra le realtà sociali che hanno aderito all’associazione.
“In accordo con l’Asp – spiega il presidente di No sprechi, Bruno Falbi – abbiamo individuato un metodo di valutazione unico e oggettivo per le tante domande di accesso, circa mille, che ci sono arrivate. Oggi abbiamo una graduatoria di 272 famiglie, residenti anche in vallata e a Dozza. In questa prima fase di avviamento saranno 42 i nuclei familiari, che risultano più in alto nella graduatoria, ad aver accesso all’emporio. All’inizio di maggio ne aggiungeremo altri 50 e così via. Molto dipenderà anche da quante eccedenze alimentari riusciremo a recuperare. La possibilità di rifornirsi all’emporio dura sei mesi. Si potrà fare una proroga di altri sei mesi, dopodichè il servizio sarà sospeso per tre mesi”.
L’investimento, di circa 90 mila euro, verrà coperto in larga misura, circa 70 mila euro, dai fondi provenienti dal 5 per mille. Il Comune ha contribuito con circa 6 mila euro destinati in parte dal Fondo per il volontariato e dal Fondo sociale distrettuale. E poi c’è stata una gara di solidarietà tra i molti che hanno sostenuto il progetto. Tra questi, la Cefla, che ha donato e installato tutti gli arredi, e il proprietario dell’immobile, Paolo Betta, che ha pagato i lavori di adeguamento di tutti gli impianti.
Fonte Sabato Sera Imola