di Gianluigi Bovini
Quando nella primavera del 2017, in collaborazione con Auser regionale e i sindacati pensionati del territorio metropolitano bolognese, iniziai il percorso di analisi e riflessione sul tema affascinante e complesso della sfida della longevità non avrei mai immaginato di vivere la difficile situazione nella quale la pandemia ci ha costretti in questi ultimi mesi.
Il virus SarsCov2 e la correlata patologia Covid-19 hanno rivelato impietosamente le fragilità sanitarie, sociali ed economiche della società italiana. Uscire da questa crisi ritornando indietro è forse impossibile e sicuramente sbagliato; bisogna invece con determinazione, lucidità e coraggio rimbalzare in avanti nella direzione dello sviluppo sostenibile indicata dall’Agenda 2030 delle Nazioni Unite.
In questa prospettiva di resilienza trasformativa occorre ripensare in profondità anche i diversi aspetti della longevità che, con il contributo di altre donne e uomini competenti e appassionati, sono stati affrontati nel volume “2032: idee sulla longevità” (pubblicato nel settembre 2018 da Editrice Socialmente, su iniziativa di Auser e Spi-Cgil Emilia-Romagna).
Negli ultimi due anni, attorno a quel libro, si è sviluppato un intenso e fecondo percorso di partecipazione e confronto, che ha coinvolto nei diversi territori della regione alcune migliaia di persone. La crisi scatenata dalla pandemia ci impone di proseguire quel percorso, allargandolo a molti altri cittadini e affrontando con forte capacità di innovazione i problemi e a volte i drammi della condizione anziana che si manifestano anche nella nostra terra.
Le cinque parole chiave che allora ponemmo al centro della riflessione (reti familiari e amicali, condizione abitativa, situazione socio-economica, rischio di non autosufficienza, rapporto con l’innovazione tecnologica) sono oggi più di allora di stringente attualità. Molte delle considerazioni sviluppate nel volume si sono rivelate capaci di individuare problemi che oggi ci troviamo a vivere con durezza; in altri casi avevamo solo intuito fragilità, che purtroppo si sono rivelate più profonde e complesse.
Per ognuno di noi queste settimane e mesi sono stati difficili, attraversati da preoccupazioni e a volte angosce. Ma l’impossibilità di incontrarci non ci ha fermati. Grazie alle moderne tecnologie abbiamo proseguito con molti dei protagonisti del precedente percorso il nostro lavoro di riflessione. E abbiamo deciso di impegnarci a fondo, con rinnovato spirito di servizio ed entusiasmo, nel tentativo di capire come si declina nella nostra regione, nelle nostre città e località la sfida della longevità ai tempi del Covid-19.
Nei prossimi mesi lavoreremo su questo, ascoltando quante più voci ed esperienze ci sarà possibile. Intanto vi proponiamo di rileggere assieme (o per alcuni leggere per la prima volta) quello che abbiamo pensato e scritto due anni or sono. Grazie ad Auser e Spi-Cgil regionale e all’Editrice Socialmente sarà infatti possibile nelle prossime settimane consultare sulla rete tutti i diversi contributi del volume “2032: idee sulla longevità”. Iniziamo questa divulgazione, che vuole coinvolgere nella riflessione altre migliaia di persone, mettendo a disposizione la prefazione di Lidia Ravera, la presentazione di Bruno Pizzica e Fausto Viviani e il mio contributo che allora chiamai “Vivere bene e a lungo in Emilia-Romagna nella prima metà del ventunesimo secolo”. Consentitemi infine un ringraziamento particolare a Magda Babini: senza di lei quel volume non sarebbe mai nato.
(Bologna, 31 maggio 2020)