Essere più vicini alla comunità, essere presenti per rispondere in maniera più diretta ed efficace ai bisogni e le necessità degli utenti e dei soci, dando nuova linfa e maggior importanza ai singoli quartieri. E’ con questi intenti che Auser Bologna ha avviato una nuova politica di decentramento, creando delle nuove sedi territoriali in città, quartiere per quartiere.
Come spiega il Presidente Auser Secondo Cavallari, il progetto, forte dell’esperienza già attuata nella provincia di Bologna, ha visto in questa prima fase l’apertura di nuove sedi territoriali nei quartieri Borgo Panigale, Savena e San Donato, dove si è già potuta riscontrare una maggiore attenzione nei confronti della comunità. Un coinvolgimento che ha portato alla realizzazione di più iniziative, tra corsi di formazione, feste ed eventi pubblici che pone le basi per continuare l’esperienza. “Dallo scorso 23 novembre a oggi – spiega Luigi Scortichini, referente della sede territoriale del quartiere Savena – abbiamo circa 60 volontari in più che operano nel quartiere, impegnati nelle più svariate attività: nell’ambito sanitario con i volontari-ex infermieri che affiancano il personale sanitario nell’ambulatorio ASL e all’ospedale Bellaria, appoggio nell’ambito scolastico soprattutto nella prima alfabetizzazione dei bambini stranieri, accompagnamento e sostegno delle persone fragili, attività di piccola manutenzione del quartiere e supporto nel circuito museale bolognese”. Anche nel quartiere Borgo Panigale, nella sede territoriale coordinata da Maria Leone, l’esperienza ha avuto un riscontro molto positivo, dove si sono avviate diverse iniziative, come gli incontri sulla prevenzione e sicurezza e le iniziative di intrattenimento che contribuiscono anche ad accrescere l’appartenenza e l’identità associativa. E’ recente invece l’apertura della sede territoriale nel quartiere San Donato dove l’obiettivo è quello di “permettere ad Auser di avere un punto di riferimento – commenta Maurizio Gozzoli, referente della sede – dove i soci possono ritrovarsi, discutere, confrontarsi, ricevere delle risposte e proporre iniziative di varia natura. Sia in San Donato che in San Vitale, altro quartiere che dovremmo coprire”. In particolare, nella fase iniziale sarà importante “dialogare e integrarsi con le realtà presenti in quartiere così da potersi coordinare al meglio e sviluppare dei progetti di utilità collettiva”.
Una riorganizzazione territoriale dunque, che vuole essere in grado di rispondere con più specificità alle esigenze degli utenti e che necessita più di prima di altri volontari così da riuscire a creare delle vere e proprie reti di relazione e contribuire al miglioramento e al benessere della comunità, e in particolare quella dei più anziani.