A Fusignano la seconda edizione del Premio Auser “Parole a colori”

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Sono stati consegnati, al centro culturale “Il Granaio”, in piazza Corelli 16 a Fusignano (RA), nell’ambito de “La città dei ragazzi 2018”, i premi della Seconda edizione di “Parole a Colori”, concorso artistico-letterario promosso dal Circolo Auser Volontariato Fusignano, che coinvolge, per il secondo anno consecutivo, le seconde e le terze classi della Scuola Secondaria di Primo grado Renato Emaldi.

Quest’anno il concorso aveva come tema “Il volontariato e l’immigrazione”, un argomento sicuramente difficile da affrontare per ragazzi alle soglie dell’adolescenza, che però ha portato decisamente buoni frutti, sia per quanto riguarda gli elaborati artistici che per quanto riguarda i temi.

Anche quest’anno i volontari hanno partecipato attivamente al progetto insieme agli insegnanti e una commissione composta da volontari Auser e insegnanti dell’Istituto coinvolto ha valutato il lavoro dei ragazzi e assegnato 12 premi, uno per categoria, per ognuna delle classi partecipanti, consistenti in altrettanti buoni, del valore di 150 Euro, spendibili presso la Cartolibreria Futura di Fusignano.

Nonostante la difficoltà di interpretare un argomento così complesso, i ragazzi sono stati più che all’altezza, sia per quanto riguarda i componimenti testuali, che per quanto riguarda quelli artistici, dimostrando non solo grande capacità di empatia e comprensione, ma anche grande padronanza dei mezzi comunicativi a loro disposizione, che sono stati sfruttati con fantasia e innovazione.

I vincitori

Colori/Disegno

2^A Silvia Villa

2^B Lia Poli Bertozzi

2^C Kangxiang Ling

3^A Andrea Baldini

3^B Giorgia Ferretti

3^C Jacopo Benedetti

Parole/Tema

2^B Khady Ba

2^B Nicole Tebaldi

2^C Gianmarco Valvassori

3^A Irene Berti

3^B Matteo Venturi

3^C Aicha Ndiaye

A breve sul sito di Auser Ravenna (www.auserravenna.it) saranno disponibili le foto della premiazione e il catalogo contenente tutti i lavori premiati.

Alcune frasi dai temi:

«Se ci sono persone nel mondo che hanno bisogno, non vedo perché mai noi non dovremmo aiutarle, anche perché un giorno potremmo essere noi ad avere bisogno».

«Gli immigrati sono persone che si spostano in un altro mondo. Faccio un esempio. Io vengo dal Senegal e mi sono spostata in un altro mondo perché lì c’è la guerra».

«Usare il fatto che qualcuno sia straniero per disprezzarlo è molto patetico. Soprattutto da parte di un adulto».

«Pensiamo a comprarci borse, vestiti, macchine, case, perché quello che abbiamo non ci basta; nel frattempo loro (“quelli che non vogliamo”, “quelli che se muoiono in mare vengono identificati con un numero”, “quelli che ci invadono”) pensano a rifarsi una vita.

Anziché aiutarli alziamo muri, allunghiamo i fili spinati e limitiamo i luoghi in cui potrebbero vivere; li allontaniamo dai loro sogni, dalla loro meta».

 

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