di Fabio Piccolino (Auser Nazionale)
Si chiama “L’altra faccia della medaglia” ed è il nuovo centro socio-culturale e multietnico da poco aperto a Lido Adriano, prima frazione per numero di abitanti di Ravenna, da parte dell’Auser in collaborazione con Arci ragazzi.
L’idea nasce con l’obiettivo di dare un nuovo volto a Lido Adriano, zona molto popolosa che conta un’incidenza di immigrati notevole, pari all’86% della popolazione e dove la metà degli abitanti è assistita dai servizi sociali: ogni due nuovi bambini nati, uno è straniero.
Un contesto spesso difficile, dove al primo posto c’è il problema del lavoro. E’ proprio per questo l’Auser ha sentito forte il desiderio di mostrare “l’altra faccia della medaglia” di Lido Adriano: lo scorso 28 febbraio è stato inaugurato un centro polivalente di scambio interculturale e di solidarietà sociale: 130 metri quadri all’interno dei quali si promuove l’educazione dei cittadini, a partire dai ragazzi, la cura del bene comune, la partecipazione attiva non monetizzabile, il miglioramento della qualità della vita di tutti, il lavoro di gruppo e la condivisione delle responsabilità.
Il progetto è stato fortemente voluto da Mirella Rossi, presidente di Auser Ravenna, che ci racconta che la buona riuscita dell’iniziativa è stata possibile anche dalla collaborazione con l’amministrazione comunale.
Tra le attività che vengono svolte in questa prima fase all’interno del centro, c’è il dopo-scuola per i bambini. “Sono state proprio le mamme a chiederci un aiuto”, spiega Mirella “perché non parlando bene l’italiano, non riuscivano ad aiutare i figli con i compiti. Così i ragazzi studiano con i nostri volontari, insegnanti e ragazze laureate, e riusciamo ad aiutare 30 bambini, suddivisi in due gruppi”.
La comprensione reciproca e il senso di comunità sono fondamentali: è per questo che sono stati attivati diversi corsi di lingua italiana destinata agli stranieri.
Un’altra iniziativa messa in piedi all’interno del centro è quella del laboratorio di cucito. “Si tratta di una proposta arrivata sempre dalle donne migranti di Lido Adriano, principalmente per riparare e riadattare gli abiti usati che vengono loro donati. Il laboratorio è possibile grazie ad alcune macchine da cucire usate e alcune nuove che ci sono state generosamente donate”.
Il prossimo passo sarà quello di aprire un emporio “no-spreco”, all’interno del quale però non circolerà denaro.
“L’idea di fondo non è quella della carità, bensì della partecipazione attiva alla comunità. Molte persone a Lido Adriano non hanno né soldi né lavoro, ma hanno molto tempo libero a disposizione; noi vogliamo impegnare quel tempo in lavori di pubblica utilità come il decoro urbano o la pulizia delle spiagge, in cambio dei quali i servizi sociali daranno loro un buono che potranno scambiare con un vestito, una colazione, un oggetto per loro utile. Non un assistenzialismo caritatevole ma un costruttivo scambio del tempo”.
Le idee da realizzare sono molte: “Stiamo pensando a degli incontri di economia domestica insieme ad una formatrice, per insegnare alle persone come utilizzare al meglio le poche risorse a disposizione, a partire dalla spesa quotidiana”.
L’altra faccia della medaglia diventa così un luogo di scambio che vuole promuovere un modo diverso di vivere il contesto sociale, mediante lo scambio interculturale, la solidarietà sociale e la conoscenza reciproca fra le persone di varia nazionalità, cultura e religione, che si trovano a vivere buona parte del loro tempo di vita nella stessa comunità.