Le visite dei familiari sono riprese solo sulla carta, mentre nella realtà le strutture restano per lo più blindate, con regole rigide e severe limitazioni agli ingressi dei parenti. A denunciarlo è il comitato ORSAN – Open RSA Now, che con il suo Osservatorio ha svolto un monitoraggio su un campione di oltre 5 mila familiari con ospiti ricoverati. “Le 7.372 Rsa italiane continuano ad applicare in modo restrittivo il testo dell’ordinanza ministeriale dell’8 maggio 2021 sulla riapertura delle visite nelle strutture – riferisce il comitato – imponendo ai 350 mila ospiti e agli oltre 2 milioni di familiari incontri con il contagocce”.
Ad oggi sottolinea Dario Francolino, presidente del comitato, “la situazione resta grave: in Piemonte, Veneto, Lombardia e parte della Toscana sta lentamente migliorando, ma restano anche qui pesanti limitazioni alle visite. Solo una volta a settimana, esclusi sabato e domenica e per non più di 15 minuti, sempre su appuntamento e con tampone, che solo in Lombardia e Piemonte è a carico delle Regioni. Nel resto d’Italia, da Roma in giù, è l’inferno, come se non fosse cambiato nulla. L’applicazione dell’ordinanza nazionale è un calvario – continua – un vero e proprio percorso a ostacoli. Entrare in una Rsa italiana oggi è come entrare in un videogame con un campo minato. Noi e i nostri cari non abbiamo intimità e dobbiamo rispettare protocolli inutili tra persone in possesso di green pass che ritardano le visite e ne rendono possibili solo poche decine al giorno, con chiusura il sabato e la domenica. Serve coinvolgere le associazioni di volontariato, la Croce Rossa, la Protezione Civile e chiunque possa aiutare a ‘smistare il traffico’ all’ingresso, accelerando il triage pre visita”. Non solo: “Va cancellata la vergogna della firma del patto di condivisione del rischio unilaterale – aggiunge Francolino – e occorre lo stop alle quarantene per gli ospiti dopo l’uscita dalla struttura per una visita medica. Inoltre occorre garantire tamponi gratis a tutti i famigliari, da poter fare in ogni farmacia italiana”.
Fonte: Redattore Sociale
Buongiorno
Sono direttamente interessata a quanto scrivete sulle visite nelle Rsa. Per quello che mi riguarda mi riferisco ad una struttura accreditata in provincia di Modena.
È veramente indecente dopo quasi 16 mesi non poter avvicinare i nostri anziani. Hanno sofferto moltissimo l’isolamento e sono peggiorati sia fisicamente che psicologicamente. Dimagriti e senza voce! Faticano a parlare e ad interagire.
Vederli solo 1 volta a settimana per mezz’ora e in queste condizioni spacca il cuore. Ci sono anche casi di anziani che si stanno lasciando andare e non mangiano più. Se ci lasceranno diranno che è colpa dalla loro patologia e non dell’isolamento causato dalle decisioni della Direzione.
Al 30 di Luglio scade l’ordinanza del Ministero della Salute ma non si può più aspettare, sarebbe già tardi adesso! Anticipano di tutto: obbligo mascherine, coprifuoco, stadi, concerti e non le visite agli anziani???
Con il periodo estivo inoltre il personale sarà ridotto al minimo e le strutture (che non sono gratuite!!!) non cercheranno nemmeno dei volontari per mantenere lo standard minimo di assistenza. Vedo una situazione vergognosa !!
Gradirei molto sapere se avete proceduto con le richieste al Governo, al Prefetto o alla Regione e se ci sono riscontri positivi.
Grazie e cordiali saluti.
Daniela Fantoni